LA RIFORMA ORLANDO - 3

24.10.2017

La riforma delle impugnazioni penali. Fine del doppio grado di giudizio?

Il nuovo articolo 581 c.p.p. richiede che l'atto di impugnazione contenga, a pena di inammissibilità, l'enunciazione specifica:

- dei capi o dei punti della decisione ai quali si riferisce l'impugnazione;

- delle prove delle quali si deduce l'inesistenza, l'omessa assunzione o erronea valutazione;

- delle richieste, anche istruttorie;

- dei motivi, con l'indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta.

La riforma avvicina l'atto di appello al tecnicismo richiesto per il ricorso in Cassazione, tanto che i primi commentatori, ai fini di valutare i nuovi profili di ammissibilità dell'appello, si rifanno espressamente alla giurisprudenza maturata nell'ambito delle inammissibilità nel grado di legittimità.

E' sotto gli occhi di tutti, addetti e non addetti ai lavori, l'ormai imbarazzante livello di inceppamento raggiunto da buona parte delle corti d'appello d'Italia, ove per i non detenuti i tempi di attesa di fissazione di udienza superano abbondantemente i cinque anni, tanto che la maggior parte dei giudizi termina sovente con sentenze predibattimentali di prescrizione. E' evidente che, per molti reati, con questi ritmi, neppure la riforma della sospensione dei termini di prescrizione potrà essere risolutiva.

Ecco allora che ci si inventa la specificità dei motivi di appello a pena di inammissibilità. Ciò che nella teoria potrebbe anche essere lodevole, rischia tuttavia nella pratica di condurre a risultati devastanti.

Come in Cassazione l'ormai famigerata VII sezione taccia indiscriminatamente di inammissibilità ricorsi rabberciati e ricorsi inappuntabili, nell'impossibilità, per una Suprema Corte da tempo sottodimensionata per l'alluvione di ricorsi che quotidianamente le giungono, di operare una seria e serena valutazione del fondato e dell'infondato, così anche in appello si arriverà molto probabilmente ad una soluzione gordiana, con la calcolata necessità di dichiarare una certa percentuale di motivi inammissibili ad udienza per poter più tranquillamente decidere sugli altri.

Marino & Palmieri Corso Garbaldi 326, 80139 Napoli, +39 081/5636184
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